LO SGUARDO E LA COSA
In questi dipinti sono offerti momenti di sguardo in cui l’ordinario e il quotidiano si fanno rappresentazione di un sentire e di una continua ricerca di senso. Si penetra nell’esperienza quotidiana cogliendovi riflessi interiori, corrispondenti a stati d’animo e a domande profonde; rendendo così luoghi e oggetti familiari, paesaggi interni ed esterni allo stesso tempo. Tali lavori evocano la particolare relazione che di volta in volta lo sguardo ‘che sta dietro’, parte essenziale di queste visioni, intrattiene con “le cose e i luoghi” che incontra come rilevanti. Le prime opere sono cariche di una particolare tensione emotiva, ravvisabile nell’immediatezza espressiva che le caratterizza. Questa sembra derivare dalla necessità di rendere visioni le parti più nascoste e le domande che il soggetto sente nel suo intimo e nel suo confronto con la realtà che lo circonda. Essa appare talvolta insensata e vuota, immersa nel puro tedio (Lenticchie verdi; Bottiglia e finestra); talvolta schiacciante senza altra possibilità se non quella di affogare in essa, talvolta oppressiva. Nei lavori immediatamente successivi si realizza come un riconoscimento del soggetto con l’oggetto, un rispecchiarsi nel quotidiano, un dialogo tra lo sguardo e la cosa piuttosto che una contrapposizione. Oggetti e luoghi in questi dipinti abitano una dimensione della realtà diversa rispetto al quotidiano rapportarsi dell’uomo ad essi come strumenti e luoghi del suo agire. Sagome di legno e ferro, arnesi inanimati, oggetti abbandonati e accumulati che evocano la finitezza e la temporalità dell’esserci, guardati non agire, comunicano in modo diverso rispetto a ciò che ci rimandano abitualmente. Così i gradini di un treno pendolari, calpestati e al tempo stesso, si può dire ignorati ogni giorno da centinaia di persone, mutano in ‘stranianti presenze’ che sembrano sostare in un silenzio che ci tiene in sospeso. Sono come “incantesimi che mi costringono a fermarmi e a voler dipingere”, in cui il ‘sempre visto’, il ‘familiare’, improvvisamente appare nel suo “essere proprio quel qualcosa” e l’opera d’arte diventa allora l’espressione grafica e simbolica di questo nuovo sguardo distante e in relazione nel medesimo tempo alla “cosa” incontrata.
ORATA E BRANZINO
2001
LA CUCINA DI P.ZZA GAVINANA
2001
IL LAVELLO
2004
vino e ocb
2004
LENTICCHIE VERDI DU PUY
2004
bugia
2004
Polpi
2005
Cassetta di pesce azzurro al mercato di Genova
2005
Corte francese
2005
BRicco bicchiere e cartaccia
2007
IL TRASLOCO
2007
Pile di cappelli
2008
CASSETTTE
2008
ESCAVATRICI
2008
FIGURA
2008
Il tramalo
2008
calamari in carta
2011
PENNELLI
2011
La partenza del padre
2011
la grotta delle viole
2011
Piatti sporchi
2013